Vi proponiamo di seguito l’intervista del programma Sei a casa di Telemantova a Matteo Volterra, founder di VOLT, che racconta la moda unica, sostenibile e fatta a mano del brand.
Oggi parliamo di moda e vi presentiamo un brand made in Italy che si fonda sui valori di sartorialità e sostenibilità. Si chiama VOLT e lo potete trovare a Verona, nato da un’idea di Matteo Volterra, al quale diamo il benvenuto.
Ciao, grazie mille.
Ciao Matteo, grazie per essere con noi. Quando nasce quindi la tua passione per il mondo del fashion?
La mia passione per il mondo del fashion nasce grazie a mia nonna. Ero veramente piccolo quando mi ha insegnato proprio l’arte dell’ago e filo. Lei era una sarta di professione e con lei trascorrevo tantissimo tempo e quindi mi ha insegnato a imbastire i primi capi, a fare i sottopunti, che facevo malissimo, a cucire le prime creazioni. Lei aveva un grandissimo estro nel vestire, e la mia passione penso sia nata proprio grazie a questo. Passione trasmessa dalla nonna che nel tempo è diventata una vera e propria professione. Infatti ho seguito degli studi in fashion design, e successivamente ho svolto diversi stage in aziende del fashion. I miei primi dieci anni di lavoro li ho passati in diverse aziende.
Anche qui nel Mantovano?
Anche qui nel Mantovano, proprio la mia prima. E infine sono approdato alla mia realtà in proprio. Giusto l’anno scorso (nel 2022 ndr) ho deciso di chiudere con il lavoro da dipendente e di mettermi in proprio.
Hai fatto un bel salto.
Si, un grandissimo salto.
Che cosa ti ha spinto a creare quindi un brand tutto tuo?
Diciamo che da sempre in me c’è la necessità di dare forma a quelle idee che mi appassionano. Ho sempre avuto grande timore di realizzarlo ma in qualche modo credo che pandemia abbia accelerato dentro di me il desiderio di realizzare i miei sogni. Quel periodo mi ha consentito di guardarmi allo specchio e di chiedermi quali fossero davvero i miei sogni per il futuro. Mi sono chiesto: sei pronto per partire? La risposta è stata chiaramente di no, pronti non si è mai. Però ho deciso di farlo ugualmente.
È un bel viaggio e una sfida quotidiana senza ombra di dubbio poi in questo momento storico. Raccontami VOLT con tre aggettivi.
Mi piace raccontare Volt con un hashtag che è #USH. UNIQUE, unico, SUSTAINABLE, sostenibile e HANDMADE, quindi fatto a mano. Queste sono le tre parole che descrivono meglio la mia realtà. Ho deciso infatti di aprire un piccolo laboratorio artigianale a Verona in modo che fosse un connubio tra una sartoria e una vera e propria maison quindi un’azienda di abbigliamento. All’interno di questo spazio si trova un vero e proprio showroom e una collezione esposta che realizzo io nel laboratorio all’interno del punto vendita, dove mi potete trovare che lavoro e confeziono i capi che poi vendo. È fantastico quando i clienti che entrano ti vedono all’opera. Si tratta di un primo approccio con la clientela che ti permette di entrare immediatamente in contatto con le persone, e di comprendere le loro esigenze, i loro desideri, i capi che sognano e che vestono bene.
Proponi una linea femminile ed una maschile o ti rivolgi solo alle donne?
Diciamo che la proposta riguarda prevalentemente la linea donna: le donne sono i miei clienti principali, ma, essendo VOLT un’azienda che ho creato per me, mi concedo il lusso di avere alcuni capi anche da uomo.
Possiamo quindi definirla una moda unica, sostenibile, fatta a mano e a chilometro zero?
Esatto! Ho voluto che la sostenibilità fosse uno dei cavalli di battaglia del brand VOLT. La mia esperienza nelle aziende del fashion mi ha consentito di vedere da vicino quanto l’industria della moda abbia un impatto veramente grande sull’ambiente e questo impatto deriva sia dalle pratiche di chi produce, ma anche dalle abitudini dei consumatori, accelerate dal fenomeno del fast fashion che ha reso i capi di abbigliamento quasi usa e getta.
Quindi ho voluto creare una nuova formula che proponesse una risposta su entrambi i fronti: dal punto di vista produttivo vado a produrre utilizzando tessuti che sono a stock e quindi residuo di produzioni di altre aziende; dal punto di vista invece del consumo propongo una moda che mi piace chiamare slow fashion. Si tratta di un consumo più consapevole che si contrappone al fenomeno del fast fashion, grazie a capi di qualità che raccontano una storia e che durano nel tempo, con i quali potersi coccolare.
Raccontare una storia e riuscire quindi tramite l’abbigliamento anche a lanciare dei messaggi e a trasmettere la propria personalità.
Sì, credo che la scelta di metterci la faccia sia un elemento vincente perché ti consente di vedere in modo chiaro e sincero qual è la risposta da parte del pubblico.
Hai aperto meno di un anno fa, chi sono stati i tuoi primi clienti?
I primi clienti sono stati gli amici e il passaparola che hanno generato: questa è stata una grande soddisfazione per me perché sono stati loro i primi a credere nel mio progetto e a portarmi i loro amici a loro volta. Si è creata una rete, un vero e proprio network di clienti.
Utilizzi molto i social?
Sì, credo che i social al giorno d’oggi siano indispensabili per comunicare con le persone ed è una dei canali attraverso cui promuovere il mio lavoro. Un canale social che sia coerente, che sia accattivante è fondamentale al giorno d’oggi.
Ci hai raccontato una filosofia, un modo di lavorare molto consapevole e sicuramente è il frutto della tua esperienza precedente nelle varie realtà con le quali hai avuto modo di collaborare. Per quanto riguarda invece lo stile, che cosa proponi?
La mia proposta è un abbigliamento che mi piace definire per il tempo libero. Nel mondo della moda il tempo libero viene chiamato leisure e generalmente viene accostato all’abbigliamento comodo da casa o per fare sport. Ma il mio abbigliamento non ha nulla a che vedere con questo: è un abbigliamento per l’occasione che ognuno di noi desidera celebrare. Io voglio vestirmi bene per me stesso, per me stessa e voglio piacermi; voglio andare in centro a fare un giro, voglio andare a lavorare, voglio andare a farmi i capelli, voglio essere bello o bella per me. Ognuno di noi sa qual è l’occasione da celebrare.
Entrando da VOLT, possiamo trovare dei capi già pronti, se ho ben capito, ma posso anche creare un abito su misura grazie alla tua professionalità.
Esattamente, si tratta di una proposta duplice: c’è la sartoria, e quindi mi trovi con il metro al collo pronto a prenderti le misure e a suggerirti quello che ti può stare meglio per valorizzare la tua idea; oppure c’è una collezione esposta che può anche essere personalizzata nelle piccole cose. Ad esempio l’orlo ai pantaloni è lasciato libero per essere accorciato sul momento; se c’è bisogno di aggiustare un capo lo posso fare direttamente nel negozio.
Verona come ha risposto?
Verona sta rispondendo molto bene. È una formula che mancava e le clienti che stanno arrivando mi stanno dando tanto: mi porto a casa un feedback molto bello.
Tornano poi a farti vedere le foto di quando indossano i loro look?
Assolutamente sì: si taggano, ci tengono, fanno storie e a loro volta ne parlano con le loro amiche. Questa secondo me è la cosa fondamentale.
Quindi mezzi per fare pubblicità, passaparola e social mi sembra di capire.
E la televisione, perché sono qua adesso con te.
E la televisione, giustamente. Progetti per il futuro, Matteo?
Progetti sono tantissimi, sono una persona molto ambiziosa, ma con i piedi per terra. Ed è questo il motivo per cui ho voluto aprire a Verona, la mia città di origine, dove sono nato e cresciuto. I progetti riguardano il brand e la sua espansione: voglio che VOLT diventi un brand famoso non solo a Verona, ma nel territorio. Certamente l’espansione avverrà in modo consapevole e in maniera commisurata le mie possibilità.
Non ci resta che augurarti il meglio e venire a trovarti, quindi a Verona, dove?
In Via Interrato dell’Acqua Morta.
Bene, grazie davvero a Matteo Volterra di Volt per essere stato con noi.
L’intervista è disponibile anche sul sito di Telemantova cliccando qui.